27/09/07

Torrente Idice

L'Idice è un torrente che ha le sue sorgenti fra il monte Oggioli ed il monte Canda, presso il Passo della Raticosa (Firenzuola), il cui percorso si svolge quasi interamente (meno che il primo chilometro e mezzo toscano e gli ultimi 5 Km in Provincia di Ferrara) in provincia di Bologna, attraversando i comuni di Monghidoro, Loiano, Monterenzio, Ozzano dell'Emilia, San Lazzaro di Savena, Castenaso, Budrio, Molinella.
Scende, dapprima precipite e tortuoso, ricevendo piccoli affluenti per lo più stagionali, in una valle piuttosto incassata e di aspetto assai variato (alternanza di boschi, calanchi, formazioni rocciose facenti capo al Contrafforte pliocenico, formazioni gessose nell'ultima parte), valle che poi s'allarga fino a sfociare in pianura presso Pizzocalvo e Castel de' Britti, in comune di San Lazzaro di Savena.
Giunto in pianura, riceve da sinistra il torrente Zena proprio sotto la chiesa di Pizzocalvo e, ancora da sinistra, il fiume Savena in località Borgatella di San Lazzaro di Savena, fiume che gli porta il maggior tributo d'acqua, soprattutto nel periodo estivo, non rimanendo mai completamente asciutto.
Poche centinaia di metri dopo la confluenza della Zena, è sbarrato da una traversa con un'opera di presa che adduce acqua, nella stagione piovosa, al Canale dei Mulini che corre fino in pianura alla sua sinistra. Dopo la confluenza col Savena, assume aspetto di vero fiume, con acque perenni e anche abbondanti nella stagione piovosa: in primavera, a Castenaso, porta ordinariamente fra i 10 e i 20 mc/sec, ma nelle piene ordinarie si superano i 200 mc/sec e nelle piene centennali si possono superare i 600, dei quali i 2/3 sono dovuti al tributo del Savena.
Bagnata Castenaso e sfiorata Budrio, viene deviato dall'antico alveo verso est; riceve poi, in pianura, da destra il tributo dei torrenti Centonara (che scende dalle colline di Ozzano dell'Emilia ed è lungo circa 20 Km) e Quaderna (lungo 34 Km) e dell'affluente di quest'ultimo, il torrente Gaiana (lungo 22 Km), entrambi nati dalle pendici del Monte Calderaro, sopra Castel San Pietro Terme.
La confluenza nel fiume Reno a San Biagio d'Argenta avviene dopo l'attraversamento della Cassa d'espansione di Campotto, nella quale il fiume scarica le sue piene quando anche il collettore principale (il Reno) è in piena. Infatti, alla confluenza col Reno, un sistema di porte vinciane impedisce la risalita dell'acqua di quest'ultimo nell'Idice in caso di dislivello sfavorevole.
Il fiume Idice è lungo 75 Km ed ha una portata media alla foce di oltre 12 mc/sec (dei quali almeno 6 dovuti al Savena), ma in estate la portata si riduce praticamente solo a quella versatagli dal Savena, perché il suo pur vasto bacino (il maggiore fra quelli degli affluenti del Reno), è impostato esclusivamente su rocce impermeabili e non raggiunge le sezioni più elevate dell'Appennino, coprendo zone a media piovosità e una vasta area di pianura.
La valle dell'Idice è piuttosto interessante dal punto di vista geologico e naturalistico, ma la forte antropizzazione ne ha purtroppo compromesso parzialmente l'equilibrio. Tra l'altro, la sistematica captazione delle sorgenti montane perenni a scopo antropico lascia in estate (ordinariamente per due mesi, talvolta anche tre) il torrente quasi completamente asciutto fino alla confluenza del Savena; un tempo Idice, Zena, Quaderna, Gaiana non rimanevano, in effetti, mai asciutti nella stagione siccitosa.
Per gestire le emergenze ambientali sono state costituite l'Oasi fluviale del Molino Grande (gestita dal WWF, in cui una grande varietà di fauna trova rifugio) ed il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa.
Presso i Romani era noto come Idex Flumen ed è riportato anche nella Tabula Peuntigeriana (carta del XII secolo che ricopiava un antico itinerario romano del IV secolo).